10 cose da non dire a una neomamma

Siete stati invitati da una cara amica che ha appena partorito? Portate con voi un pensierino per il bambino (mi raccomando, fate quattro calcoli prima di regalare un completino da mare taglia 6 mesi a un bambino nato ad agosto), un dolcetto per mamma e papà e una manciata abbondante di sorrisi.

Non serve altro. Soprattutto opinioni, osservazioni e consigli non richiesti. Non importa se siete già mamme navigate, pluri-mamme, nonne o addirittura psicologhe infantili o educatrici: ci sono cose che sarebbe meglio non dire davanti a una neo mamma stravolta e innamorata. Ecco un utile decalogo da rileggere brevemente prima di una visita di cortesia a una famigliola che si è appena allargata.“Vedrai che tutti questi chili se ne andranno prestissimo” – E’ solo un modo per far notare a una donna che ha appena partorito che non è ancora tornata al suo peso forma. Evitate, non è carino.“Ma lo attacchi al seno ogni volta che piange?” o “Sta piangendo, perché non lo attacchi?“- Se la neo mamma in questione ha scelto di allattare il suo bambino a richiesta o a orari prestabiliti lo ha fatto dopo una lunga serie di riflessioni e ricerche. Rispettate la sua scelta: potete star certi che in qualsiasi caso la signora non lascerà che il suo bambino muoia di fame.“Allora? Dorme la notte?!” – Se il bambino ha pochi giorni o mesi di vita, è quasi impossibile che si corichi alle 8 di sera per risvegliarsi alle 8 del mattino seguente. Un neonato ha fame/sete ogni 3 ore circa, e dopo aver mangiato di solito deve essere cambiato. Non esiste neonato di 10 giorni di vita che faccia gli orari di un adulto. Evitate domande del genere, non ne uscireste molto bene.“Mi raccomando approfitta dei suoi sonnellini per farti un pisolino!” – Dopo aver appreso che il bambino non dorme tutta la notte ma si concede una serie imprecisata di sonnellini durante il giorno, vi verrà naturale consigliare alla sua mamma di imitare il bebè. E non avreste del tutto torto, trattasi di uno dei consigli più antichi del mondo. Già. Antichi. Perché purtroppo molte mamme lavoratrici oggi godono di un congedo di maternità brevissimo, e le libere professioniste e le lavoratrici che non siano assunte a tempo indeterminato non hanno nemmeno quello. Il che significa che dopo una notte quasi o completamente insonne si alzano alle 7, coprono le occhiaie con chili di correttore e vanno al lavoro. E per quanto gradirebbero concedersi una lunga serie di sonnellini pomeridiani, in ufficio la cosa potrebbe non essere ben vista.“Ah non lo allatti al seno? Dev’essere perché non ti hanno sostenuto abbastanza, poverina!” – Davvero, no. Non fatelo. Non compatite una neo mamma che ha deciso di allattare artificialmente il suo bebè. Non state parlando con una povera minorata mentale senza alcun potere decisionale, incapace di intendere e di volere, giunta alla conclusione di dover rinunciare all’allattamento al seno semplicemente perché nessuno l’ha salvata e condotta sulla retta via. Molto probabilmente la mamma in questione ne ha passate di cotte e di crude prima di preparare il suo primo biberon: fidatevi della sua intelligenza, sicuramente ha fatto la scelta migliore per lei e per suo figlio.“A quando il prossimo figlio?” – Se siete andati a trovare una coppia con un bebè di pochi giorni o poche settimane, con molta probabilità vi sarete imbattuti in due persone che non dormono da tempo immemore, non suddividono più la giornata in ore ma in “poppate” e ormai non sentono nemmeno più l’odore della cacca. In pratica, avete davanti due zombie. Due zombie felici, certo, ma sempre zombie. Vi sembra il momento giusto per cominciare a parlare di un altro pupo?!“Posso prenderlo in braccio?” – Consolatevi. Se avete fatto questa domanda siete comunque più giustificabili di chi si fionda sul bebè senza nemmeno chiedere il permesso. In generale, però, ricordatevi sempre una cosa: se una neo-mamma sentisse il desiderio di vedervi spupazzare il suo bambino non si farebbe problemi a chiedervi se lo volete prendere in braccio. Aspettate pazientemente che sia lei a porgervi l’infante, a diverse mamme non solo non dà fastidio ma fa anche piacere sgranchirsi le braccia intorpidite e, magari, approfittarne anche per una breve pausa pipì (che probabilmente non si concedono da ore).“Senti come piange! Deve avere fame/sete/sonno/coliche/ecc.” – Il pianto di un neonato è stato studiato e tarato da Madre Natura per far scattare sull’attenti i di lui genitori, in particolare la mamma. Causa ormoni impazziti in circolo, infatti, quest’ultima è in grado di “sentire” il pianto del suo bambino non solo con le orecchie ma con tutto il corpo. Quando un bebè scoppia a piangere le invisibili antenne dei suoi genitori si rizzano, cercando di captare i suoi bisogni e indovinandoli – almeno il più delle volte – grazie all’esperienza ottenuta dopo una lunga serie di tentativi, esperimenti, fallimenti, crisi, prove e successi. Quindi sì, la mamma e il papà del pupo hanno sentito benissimo che quest’ultimo sta piangendo e no, non serve che siate voi a suggerire il perché.“Ma questo bimbo è sempre in braccio: guarda che così prende il vizio, sono furbi loro” – Forse non ci avete fatto caso ma un neonato non può praticamente muoversi. Per quanto possa essere precoce e intelligente, un bambino di 3 mesi non può scendere dalla culla, andare in cucina e prepararsi un bel bicchierone di latte caldo. Un neonato non può nemmeno imbastire la frase “Madre, padre, gradirei, se non vi è di troppo disturbo, una quindicina di minuti di coccole“. Pare anche che un pupo di poche settimane non conosca a fondo le tecniche di auto-massaggio necessarie a farsi passare una colica. E secondo le ultime ricerche sembra addirittura che non possa teletrasportarsi sul fasciatoio e cambiarsi da solo un pannolino zozzo. Quindi sì, un neonato, quando non dorme, è quasi sempre tra le braccia di qualcuno perché ha perennemente bisogno che un adulto si occupi di lui. E pretendere che qualcuno ti tolga di dosso un pannolino intriso di cacca fino alla schiena non significa essere viziato.“E insomma, la vostra vita ora è cambiata… sarete sommersi da pappe e pannolini… chi vi vedrà più?! ” – Beh, se avete detto almeno un paio delle frasi di cui sopra, sicuramente non voi.

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